In questa sala, analogamente all'attigua Sala degli Imperatori, fin
dalla fondazione del Museo Capitolino si vollero raccogliere ed esporre i
ritratti, i busti e le erme raffiguranti le fattezze di poeti, filosofi e
retori dell'antichità greca di epoca classica ed ellenistica, le cui
immagini nell'età romana (secondo una moda introdotta dal letterato Asinio
Pollione nella seconda metà del I secolo a.C.) decoravano biblioteche
pubbliche e private, case gentilizie, ville e parchi di facoltosi e
sensibili cultori delle arti e della filosofia. I collezionisti
rinascimentali vollero arricchire i loro palazzi e le loro raccolte con le
effigi più rappresentative di tanti uomini illustri.
Nella Sala dei Filosofi ne sono attualmente esposti 79. Molti sono i
ritratti di cui è stata determinata l'identità del personaggio, alcuni
certamente "di ricostruzione", ,. creati cioè molto tempo dopo la morte
del personaggio e quindi solo vagamente ricollegabili alle fattezze reali,
altri invece dall'epoca ellenistica in poi, che riproducono con una certa
fedeltà le diverse fisionomie. La raccolta si apre con una numerosa
rappresentanza di erme raffiguranti Omero, il più celebre poeta
dell'antichità, raffigurato convenzionalmente nell'aspetto di vecchio,
barba e chioma fluenti, con gli occhi ormai spenti a testimoniare la
leggendaria cecità fisica, ma anche la profonda sensibilità e conoscenza
dell'anima e del destino dell'uomo. Il prototipo di questo ritratto può
attribuirsi alla scuola artistica rodia, collocandosi cronologicamente
intorno al 200 a.C. Di ricostruzione è il ritratto di Pindaro, altro
celebre poeta greco, il cui prototipo statuario risale a un momento
artistico influenzato dallo stile severo (prima metà del V secolo a.C.).
Interessante è anche il ritratto identificato con Pitagora, il
famoso filosofo e matematico di Samo, caratterizzato dal piatto turbante
che ne avvolge la testa. Socrate è reso secondo il ritratto creato da
Lisippo intorno alla metà del IV secolo a.C., circa mezzo secolo dopo la
morte del filosofo: è raffigurato quasi nell'aspetto di un sileno, con il
naso carnoso rivolto all'insù, gli occhi rotondi e sporgenti, la fronte
bombata e la larga bocca dalle labbra tumide. Sono presenti, inoltre, i
ritratti raffiguranti i tre più noti poeti tragici ateniesi. Eschilo è
rappresentato con i tratti del volto pieni e definiti, ornato da una barba
stilizzata e ornamentale, forse da un prototipo della metà circa del V
secolo a.C. Sofocle ha la testa quadrata e massiccia, barba e capelli
trattati a ciocche brevi e corpose serrate da un nastro. Euripide è
mostrato già avanti negli anni, stempiato e con i lunghi capelli che gli
coprono le orecchie. Il prototipo, che risente dell'impronta stilistica
lisippea, può datarsi intorno al 320 a.C. Tra i tanti ritratti di
personaggi celebri della grecita, sono esposti in questa sala anche alcuni
ritratti originali d'epoca romana, tra cui il busto di Cicerone, celebre
statista e letterato, rappresentato poco più che cinquantenne nel pieno
delle sue energie intellettuali e politiche. L'impostazione generale trae
origine e spunto dalla ritrattistica greca d'epoca tardoellenistica, ma
ben evidenti appaiono le intenzioni realistiche del più autentico ritratto
romano d'età repubblicana.
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